Ci sono molti luoghi comuni in circolazione riguardo il fenomeno del bullismo: ad esempio, che esso sia tipico di ambienti degradati e marginali o che riguardi unicamente i maschi. In realtà, episodi di bullismo possono avvenire in qualsiasi quartiere, di qualsiasi città, a prescindere dal contesto culturale e sociale e riguarda sia i ragazzini che le ragazzine. Magari cambiano le forme (violenza fisica nel primo caso, pressioni psicologiche nel secondo) ma i soprusi dei ragazzi non fanno distinzione di sesso.
Chi fa bullismo, solitamente tende a sfruttare le debolezze altrui per attirare su di sé l’attenzione di compagni ed insegnanti. Le forme di questa violenza possono essere varie: verbale (quando un ragazzino, ad esempio, viene preso in giro o minacciato), psicologico (ogni volta che qualcuno viene volutamente ignorato o escluso dal gruppo) e fisico. Recentemente il bullismo si avvale persino delle moderne tecnologie, tanto che è stato coniato il termine cyberbullismo, che è quello che si esprime tramite messaggi molesti, foto o video su telefonini, chat & social network.
L’ambiente scolastico, il modo in cui gli insegnati si relazionano coi ragazzi, il dialogo scuola-famiglia, il coinvolgimento di collaboratori scolastici, sono fattori che incidono molto sul sorgere di episodi di violenza ed esclusione nei confronti dei soggetti più indifesi. Per questo esistono diversi programmi, come la campagna Smonta il Bullo, che mirano a prevenire ed a costruire, tramite la comunicazione, relazioni educative forti tra ragazzi, famiglie ed insegnanti.
fonte: http://www.unimondo.org
Bisogna investire sui valori e sui giovani, il nostro futuro, responsabilizzarli, farli sentire indispensabili a questa società e probabilmente questo fenomeno tenderà a diminuire.
Al contrario per dimostrare qualcosa di sè prevarranno sui più deboli…