IL NOCCIOLO DI QUANTO ABBIAMO DA DIRE
L’esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti è estranea alle nuove generazioni dell’Occidente, e sempre piu’ estranea si va facendo a mano a mano che passono gli anni (…). Per noi, parlare con i giovani è sempre piu’ difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perchè inaspettato, non previsto da nessuno. è avvenuto contro ogni previsione; è avvenuto in Europa; incredibilmente, è avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. è avvenuto, quindi puo’ accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.
Primo Levi
ps: Con piacere abbiamo appreso che quest’anno anche il Comune di Guastalla prenderà parte alla commemorazione con “Un pomeriggio dedicato a Tullia Zevi e a Giovanni Palatucci”.
… per non dimenticare…
”Solo in seguito, quando ho capito il sistema di messa a morte, ho dedotto che la capacità degli altri Crematori non era sufficiente ad eliminare tutti i corpi: i rimanenti venivano indirizzati al Bunker2. Anche per questo avevano di mano……dopera supplementare per il lavoro sporco.
Le persone venivano costrette a spogliarsi davanti alla porta. I bambini piangevano e tutti erano distrutti, la paura e l’angoscia erano palpabili. I tedeschi avevano quasi certamente detto loro che dovevano fare la doccia e, che dopo, avrebbero ricevuto da mangiare. Anche se avevano capito la verità, non c’era più molto da fare: i tedeschi avrebbero ucciso all’istante chiunque avesse tentato qualcosa. Non avevano più alcun rispetto per la persona umana ma sapevano che, lasciando unite le famiglie avrebbero evitato azioni disperate.
Li costrinsero ad entrare nella casetta. Quando furono dentro, chiusero la porta e arrivò un camioncino con il simbolo della Croce Rossa sulle portiere. Ne uscì un tedesco piuttosto alto che si avvicinò ad una piccola apertura in alto, su uno dei muri della casetta, e per raggiungerla salì su uno sgabello. Prese una scatola, l’aprì, versò il contenuto nell’apertura e subito richiuse, e ripartì. Dopo qualche istante, le grida e i pianti, che non si erano mai interrotti, raddoppiarono. Dopo dieci o dodici minuti, nessun rumore. (…) Era una morte immonda, sporca. Una morte forzata, difficile e differente per ognuno di loro. (…) La scena che ci si presentava aprendo la porta era atroce, impossibile farsene un’idea.”
Shlomo Venezia – Sonderkommando Auschwitz, 2007
Segnalo inoltre che oggi alle 16:30 a Novellara presso la biblioteca verrà letta la storia di Papa Weidt, un tedesco che aiutò gli ebrei. L’età indicata per i partecipanti è 8-13 anche se è indicativa.
Personalmente ritengo un’ottima iniziativa avvicinare le generazioni future alla conoscenza della storia e delle tragedie affinchè non si ripetano più e si tramandino valori di pace, uguaglianza e amore.
Molte sono le iniziative organizzate in provincia per commemorare, capire e “aiutare la memoria”, io ho visto “L’uomo che verrà” e ve ne consiglio la visione!!