A Goito, nel mantovano e non molto distante da Guastalla, c’è un asilo comunale, dunque pubblico, che accetta solo i bimbi di famiglie che professano la religione cristiana. E’ la prima volta dunque che un’amministrazione pubblica (in questo caso comunale) subordina all’ispirazione religiosa l’accesso o meno a un servizio pubblico. Tutto scritto nell’articolo 1 del nuovo regolamento dell’asilo comunale, che pone come condizione all’iscrizione del proprio figlio l’accettazione di una sorta di preambolo religioso: la provenienza da una famiglia cattolica o cristiana. Nel dettaglio: che possano essere iscritti solo bambini appartenenti a famiglie che accettano “l’ispirazione cristiana della vita”.
Il regolamento è stato approvato a maggioranza dal Consiglio comunale di Goito, il cui sindaco (UDC Anita Marchetti appoggiata da Pdl e Lega) ha commentato che “pur essendo l’asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo” e di conseguenza non c’è nulla di incostituzionale dal suo punto di vista nell’approvazione di questo regolamento.
Non commentiamo questa ennesima “stronzata” (scusate il francesismo) ma però vorremmo porre qualche piccola domanda al sindaco UDC di Goito:
- Ma per i bambini figli di genitori cristiani divorziati il vostro asilo pubblico sarà aperto?
- Ma verrà permesso ai bimbi figli di genitori leghisti (cioè neopagani che credono nel Dio Po) di accedere all’asilo?
- Ma la religione cristiana parla o non parla di carità, umiltà, e amore?!
- Quando la smetteremo di identificare la religione con l’identità nazionale?
A quanto pare il ricordo di quando in certi negozi l’accesso era vietato a “cani ed ebrei” è già svanito nel nulla!
Pubblichiamo un paio di articoli della Costituzione Italiana, se volete inviateli alla giunta Comunale di Goito.
Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
non ho parole….certa gente proprio non usa il cervello….
Eh si, proprio incommentabile…
Però secondo me ci sono anche realtà locali private che sono considerate paritarie… ma i fatti spesso non corrispondono alle parole…
E poi mi chiedo… se la scuola è privata (cioè gli alunni pagano la retta) perchè ricevono anche finanziamenti statali e comunali???
Infatti hai ragione Elisa!!!
Cominciamo con il troncare TUTTI gli aiuti statali a TUTTE le scuole PRIVATE…