L’anno 2010 pone all’attenzione del mondo intero la questione dell’inesorabile impoverimento ambientale del pianeta a seguito della distruzione di habitat ed ecosistemi.
Il 2010 è stato infatti proclamato dall’ONU “Anno Internazionale della Biodiversità”, un’occasione, dopo Copenaghen, è l’augurio di tutti, perché una nuova “coscienza verde” abbia inizio.
La Convenzione sulla diversità biologica (CDB), entrata in vigore il 29 dicembre 1993, ha tre obbiettivi principali:
- conservare la diversità biologica
- utilizzarla in modo durevole
- spartire i benefici che ne derivano in modo giusto ed equilibrato.
Biodiversità è il termine che designa tutte le forme di vita sul pianeta Terra, quella di cui siamo testimoni, in quest’epoca storica, è il frutto di un’evoluzione durata miliardi di anni sotto l’egida dei processi naturali e, sempre più, sotto l’influenza degli esseri umani.
In questa “diversità” vengono incluse le molte varietà di piante, di animali e di microrganismi, ma anche le differenze genetiche all’interno di ogni specie (es: pianta e frutto del limone selvatico e pianta e frutto del limone coltivato). Dalla scoperta dell’agricoltura, passando per la rivoluzione industriale e arrivando ai giorni d’oggi, abbiamo rimodellato paesaggi, animali, deciso (spesso inconsapevolmente) estinzioni di esseri viventi in modo irrimediabile, senza tenere conto di tutto ciò.
Nonostante il nostro modo di vivere sia molto cambiato col passare del tempo, basti pensare alla nostra alimentazione, oggi condizionata dal commercio degli alimenti piuttosto che dalle stagioni o dalla natura, la diversità biologica deve essere difesa perché è il pilastro della civiltà.
Non ci rendiamo conto che la frammentazione e il degrado fino alla scomparsa di foreste, di zone umide, di barriere coralline e di altri ecosistemi costituiscono la più grave minaccia che possiamo procurare al pianeta ed a noi stessi. Per non menzionare il fatto che flora e fauna simboleggiano e fanno parte del nostro stesso mondo biologico.
Per questi motivi, nell’aprile 2002, i paesi firmatari della Convenzione, hanno deciso entro il 2010 “una riduzione significativa dell’attuale ritmo di impoverimento della biodiversità a livello mondiale, regionale e nazionale col fine di contribuire all’attenuazione della povertà e al profitto di tutte le forme di vita sulla Terra”. Un “patto” inserito nel 2007, durante il Summit Mondiale per lo Sviluppo Durevole delle Nazioni Unite (tenutosi a Rio de Janeiro) tra gli obbiettivi dello sviluppo del Millennio.
La sempre crescente attenzione di organi sopranazionali verso queste tematiche, ha forse toccato il suo punto più alto nella giornata del 20 dicembre 2006, quando l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 2010 “Anno Internazionale della Biodiversità” e ha designato il segretariato della Convenzione sulla Diversità Biologica come focal point dell’anno. Invitando inoltre il segretariato a collaborare con le agenzie delle Nazioni Unite interessate, le organizzazioni internazionali e gli altri attori che si occupano di ambiente, per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare i governi ad un maggiore impegno a livello globale e locale, nella speranza che il tempo perduto non risulti incolmabile.
Per approfondimenti
- United Nations Conference on Environment and Development (UNCED), Rio de Janeiro, Brazil: www.eoearth.org
- energy.iep-berlin.de
Fonti: Tratto dal sito della Convenzione sulla Diversità Biologica: www.cbd.int
Al seguente link potrete vedere il servizio sulla conferenza sulla difesa della biodiversità in cui sono intervenuti il Ministro Stefania Prestigiacomo e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
http://www.uniroma.tv/?id_video=16237
Ufficio Stampa di Uniroma.TV
info@uniroma.tv
http://www.uniroma.tv
Quando si parla di biodiversità molti pensano alla tigre bianca o alla foca monaca.
Io penso alla razza umana, anche noi siamo un elemento della biosfera e come tutte le altre specie non siamo al sicuro da pericoli di aggressione da parte di un ecosistema che alla lunga magari si incazza…
Ben detto… anche alla breve secondo me…
Il degrado ambientale comincia ad essere visibile a partire proprio da Guastalla.
Alla sera spessissimo succede che io non posso aprire le finestre perchè si sente un odore insopportabile: a volte chimico, a volte di plastica…
Tutta l’aria (e non solo) va nei nostri polmoni… e credete che faccia bene “una boccata d’aria”???