Bella serata quella di mercoledì scorso 11 novembre 2009 organizzata dal Gruppo Pace e dell’ANPI di Fabbrico. Il titolo “P3, I Vizi del potere: Papi Padroni Padrini” già di per sè diceva molto.
Abbiamo pensato a questo titolo – spiega un ragazzo dell’organizzazione – dopo l’estate che è passata, un’estate di scandali politici fatti passare per pettegolezzi, dove è emerso chiaramente con quali criteri viene scelta la nuova classe politica italiana, tra modelle, veline, escort, e coca. Nell’istant-book “PAPI” di Peter Gomez, Marco Lillo e Marco Travaglio – continua – viene dipanata questa vicenda, tra intercettazioni e testimonianze dirette, vicenda che ha portato l’Italia al punto più basso di discredito internazionale.
Abbiamo scelto anche la parola Padroni pensando ad un Presidente del Consiglio che si proclama imperatore, padrone del destino dell’Italia, al di sopra delle leggi e della democrazia.
Ecco quindi l’informazione, la stampa e la televisione, in gran parte in mano a lui, diventano strumenti per diffondere ed assuefare al potere del padrone, fatti per intimidire e zittire chi non lo sostiene e per assopire l’opinione pubblica.
Ed infine Padrini ad indicare la rete che lega strettamente il potere con la mafia, quasi che questi legami siano costitutivi della storia del nostro Paese e ne abbiano scritto interi capitoli, non episodi od eventi da relegare alla dimensione della criminalità. Travaglio nell’ultimo numero di Micromega scrive:
Le trattative fra pezzi di Stato e Cosa Nostra durante i primi anni novanta hanno fatto da paravento ai mandanti esterni e ai suggeritori occulti delle stragi del ’92-92′ a Palermo, Milano, Firenze, Roma.
Solo quando riusciremo a rimuovere quel paravento, conosceremo i veri padri fondatori della Seconda Repubblica che, a differenza della Prima, non è nata dalla Resistenza, ma dalle stragi e dalle trattative, dalle bombe e dal sangue dei morti uccisi dalla mafia.
La serata, presentata dal giornalista freelance Stefano Morselli, con due ospiti d’eccezione quali Marco Travaglio e Marco Lillo, ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico, sala completamente esaurita.
Brevemente, di seguito, vi riportiamo il messaggio che ha un po’ caratterizzato la serata, comunque condita da altri temi come la giustizia “ad personam”, la mafia nelle istituzioni, l’informazione telecomandata e l’argomento della proposta di legge “Processo breve”, che come dice Travaglio, oltre ad essere incostituzionale, in realtà è di “Processo MORTO”, che se applicato negherà giustizia a molte vittime.
Marco Lillo ci ha spiegato in primis qual’è il problema della percezione degli Italiani: ciò che accade nella realtà, se non è riportato dai media, non esiste. Il vero significato non viene percepito.
Un altro fattore determinante è la concezione di moralità che ha l’Italiano medio, fondamentalmente un “cialtrone”, un familista amorale. Si scandalizza se un politico, come padre non va al compleanno dei figli e non se utilizza i soldi pubblici a scopi personali (perchè molto probabilmente, al suo posto, farebbe la stessa cosa).
Ma la domanda che invece si dovrebbe fare qualsiasi cittadino prima di votare un politico, come dice Marco Travaglio, è: “ma a noi conviene essere rappresentati da persone così?”.
Per esempio un sottosegretario al tesoro (che sta gestendo, tuttora, i nostri soldi) con un mandato di cattura a noi conviene? E ancora, un politico che è accusato di collusione con la mafia, conviene? Conviene essere rappresentati da un governatore “sotto scacco” di quattro carabinieri e giornalisti?
Peccato non potervi proporre le immagini video di tutta l’incontro, ma purtroppo per problemi tecnici, ci ha spiegato un responsabile dell’organizzazione, non è stata possibile la registrazione video.
Cliccando sulle immagini di qui sotto potrete vedere alcuni stralci dell’intervento di Marco Travaglio.
Sig. M. Lillo, questa matina, 6/1/2010 ho seguito con molto interesse il Suo intervento sul Canale “La Sette”. Ho anche appena finito di leggere le Sue parole a Fabbrico ( cittadina vicino al paese delle mie origini e famosa per i primi Trattori Landini), assieme a M arco Travaglio. Spero abbia l’occasione di leggere queste parole e ricordarle sempre che Nessuno potrà sostituire degnamente una classe politica che sbaglia, se per aggirare un argomento preferisce mentire. Il caso non riguarda Lei, ma qualcuno che giiustamente percepisce la gravità del momento politico e soprattutto economico , a volte si lascia andare. Spero di trovare la Sua e-mail personale per essere più esauriente. Grazie
Benito Azzoni
Bell’articolo e grazie! Così chi, come me, non ha potuto partecipare si è sentito lo stesso “un pò in platea” ad assistere.